Chiesa SS. Annunziata

Restauro e consolidamento

Restauro e consolidamento della Chiesa SS. Annunziata in Angri 2018-07-23T17:16:52+00:00

Project Description

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Chiesa SS. Annunziata – Angri

 

La Chiesa della SS. Annunziata in Angri fu fondata, insieme con l’annesso convento. Il 26 Luglio 1436. per volontà di Giovanni Zurlo, barone di Angri.
Sul luogo esisteva precedentemente una cappella dedicata alla SS. Annunziata e il detto Giovanni Zurlo volle che demolita, vi sorgesse un grandioso complesso, con Chiesa e convento, che affidò ai padri predicatori o Domenicani . In una relazione del 1650, del Priore Fra Diodato Ingenito da Napoli, conservata in Vaticano,viene descritta la Chiesa ad una sola navata, lunga circa 40mt. e larga mt. 10. Aveva dietro l’altare maggiore un coro per 25 frati, era coperta da lamie di mattoni;oltre l’altare maggiore aveva 12 cappelle laterali, 6 a destra e 6 a sinistra, tutte di diritto di patronato, eccetto quelle del S.Rosario. di San Domenico e del SS. Nome di Dio.
Nella metà del secolo XVIII fu ristrutturata,con enorme spesa, nelle linee attuali del barocco vanvitelliano: furono aboliti tutti gli altari laterali e vennero aperte 4 cappelle nella navata; sulla crociera fu costruita una cupola; due altari furono costruiti nelle ali del transetto;tutta la Chiesa acquistò una linea architettonica ampia e luminosa secondo i canoni del barocco napoletano del 700.
La facciata armoniosa e solenne rivela la mano del grande architetto Vanvitelli che la volle degna della Chiesa costruita.
All’interno sono presenti tele di Jacopo Cestaro, in particolare la tela della SS. Annunziata , quella del Rosario e quella di S. Domenico datata anno 1769. Nel transetto sono sistemate le tele in tondi dei Papi dell’Ordine Domenicano: S.Pio V, Innocenzo V,Benedetto XIII e Benedetto XI sostituita da Pio IX, tutte del 700. Nel 1809 il monastero fu soppresso e tutto il complesso passò, per meriti di guerra, alla famiglia Filangieri di Napoli. La Chiesa fu spogliata di tutte le tele che l’arricchivano; tutto fu venduto, persino l’altare maggiore in marmo bianco di Carrara e bardiglio.
Nel 1838 per interessamento del Vescovo di Nocera , Mons. Agnello Giuseppe D’Auria, il re di Napoli Ferdinando II pressò il marchese di Gioia, Francesco Sessa per la restituzione. Il terremoto del 1980 arrecò gravissimi danni alla Chiesa: la cupola crollò quasi del tutto, mandando in frantumi numerose panche delle prime file; la volta a botte della navata si spaccò e gli archi della crociera furono aperti da pericolose fessure larghe in alcuni punti circa 10 cm e innumerevoli lesioni segnarono tutta la struttura. I danni costarono sedici lunghi anni di lavoro per il restauro. La Chiesa infatti fu riaperta il 25 marzo 1996, festa dell’Annunciazione della Vergine Santissima.

La relazione ha l’obiettivo di mettere in evidenza lo stato attuale della Chiesa Della SS. Annunziata di Angri (Sa), e di illustrare gli interventi edilizi necessari per un suo restauro e risanamento conservativo.
Rientrano tra questi, quelli volti a conservare e recuperare l’organismo edilizio e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme sistematico di opere che, nel rispetto degli elementi tipologici e compatibilmente alla sua destinazione d’uso, ne consentano un accesso e un utilizzo in totale sicurezza.
Per arrivare agli obiettivi sopra illustrati, è stato necessario realizzare una ricerca avente il fine di raccogliere tutte le informazioni riguardanti la Chiesa e in particolare la sua ubicazione, la data di realizzazione, successivi interventi sulla struttura. Dopodiché sono stati eseguiti rilievi sul campo grazie ai quali è stato possibile individuare le diverse tipologie di materiali usati, le effettive dimensioni e lo stato di degrado in cui versa oggi la struttura.
Al termine di ciascun rilievo sono stati analizzati i dati raccolti al fine di avere un quadro dettagliato della Chiesa sia dal punto di vista architettonico sia dal punto di vista strutturale.
Ciò ha permesso di individuare tra tutti i possibili interventi, quelli capaci di ridare alle opere interessate una configurazione stabile mantenendo e ripristinando l’aspetto estetico.

La Chiesa SS Annunziata oggi presenta una pianta ad un’unica navata centrale con quattro cappelle laterali dedicate, rispettivamente a destra dell’ingresso, a San Vincenzo e Santa Brigida, a sinistra invece, a San Gerardo e Gesù morto.
Con il terremoto del 1980 la Chiesa subì gravi danni, infatti la cupola crollò quasi del tutto e sulla volta centrale si aprirono diverse lesioni. Il progetto di restauro e consolidamento, previde quindi la sostituzione del suddetto tamburo esagonale in muratura con altro di medesime caratteristiche architettoniche, ma più leggero. Tale nuovo tamburo e l’interna calotta semisferica insiste staticamente su una inedita base in c.a., che funge anche da cerchiatura dei sottostanti pennacchi della volta a vela di raccordo.
Anche la volta a botte della navata centrale viene serrata da un anello di cordoli sommitali ancorati alla muratura. Un sistema di perforazioni armate e tiranti nella muratura ha completato l’intervento strutturale.

In seguito al sopralluogo effettuato si evince che la Chiesa è stata sottoposta ad altri interventi di restauro eseguiti intorno al 2012 che hanno riguardato alcuni problemi di infiltrazione d’acqua e rifacimento di intonaci.

Infatti per far fronte al problema delle infiltrazioni dalla copertura sono state rimosse le tegole in corrispondenza delle Cappelle laterali, zone critiche date dalla rottura delle vecchie tegole,e si è ricorso a strati di guaina impermeabilizzante, di cui il secondo in ardesia, che pur impedendo la penetrazione dell’acqua, permettere il passaggio delle molecole di vapore così da evitare successivi problemi legati al ristagno. L’ardesia, è noto, riduce l’assorbimento del calore sulla superficie, migliorando la durabilità della membrana.

Anche tutte le parti di collegamento tra il tetto e le partizioni verticali sono state “ saldate” con la guaina liquida per evitare l’inserimento di acqua all’interno della muratura.

Tutte le parti danneggiate dei canali di scarico delle acque piovane e grondaie sono state sostituite aumentandone la capacità di raccolta delle acque dotandoli di risvolto. Questo assicura un miglior allontanamento delle acque ed una maggiore tenuta nel caso i canali si riempissero accidentalmente. Dopodiché sono state verniciate e impermeabilizzate con guaina liquida.

La copertura è realizzata in tegole a coppi che poggiano su una struttura in acciaio, costruita in seguito al terremoto del 1980.
Mentre la volta sottostante, in muratura, è coperta da una soletta in calcestruzzo. All’interno, essa presenta una lesione centrale, sorta con il terremoto del 1980. Questa negli anni è stata monitorata per capire se si fosse assestata o poteva aprirsi lentamente. Per far ciò si è ricorso a delle spie di monitoraggio, detti vetrini. Si è riscontrato che questi non hanno evidenziato movimenti nel corso del tempo quindi la lesione risulta assestata.

Analizzata la struttura in ogni suo aspetto, sono stati individuati gli interventi volti a sanare i difetti originari, l’effetto del degrado e dissesti, facendo in modo da alterare il meno possibile le caratteristiche originarie della costruzione, adottando ossia quelle soluzioni che a fronte di una buona efficacia costituiscano il minor impatto sul manufatto.

Superfici intonacate
Le fasi successive del restauro di un intonaco sono generalmente costituite:
– pre-consolidamento: fondamentale per evitare che durante la pulitura e il consolidamento vero e proprio possano verificarsi cadute di materiale o la perdita di parti
– pulitura: molto importante dal punto di vista estetico e conservativo, perché particolari sostanze (come ad esempio gli acidi del guano di piccione) o forme di degrado come le macchie nere possono corrodere seriamente la superficie, aggravando notevolmente il degrado.
La fase di pre-consolidamento riguarda in particolar modo le parti di intonaco distaccate dalla muratura e mira al ristabilimento della coesione delle superficie degradate.
Si procede con l’eliminazione di depositi, quali terriccio, materiali estranei dalle superfici, per prepararle alle successive operazioni di pulitura evitando che questi materiali si mescolano con i prodotti da applicare.

Lo scopo che ogni operazione di pulitura deve prefiggersi è quello di asportare dalla superficie ogni tipo di deposito incoerente in particolar modo quelli che possono proseguire al deterioramento del materiale.

La rimozione dei depositi incoerenti che non intaccano la natura chimica del materiale, potrà essere eseguita ricorrendo a dei sistemi meccanici semplici e facili da applicare: spazzole di saggina, stracci e dove necessario anche bisturi. Per asportare, invece, depositi solidarizzati con il materiale si ricorre a cicli di pulitura più consistenti, ad esempio pulitura a base di acqua.
La pulitura mediante spray di acqua a bassa pressione è adatta per asportare polveri e depositi non troppo coesi al substrato. La superficie da trattare sarà invasa da getti d’acqua a bassa pressione indirettamente dall’alto verso il basso.

  • La fase di consolidamento, invece ha per oggetto l’insieme delle opere occorrenti per conferire al fabbricato le necessarie caratteristiche di sicurezza.

Laddove, vi è il distacco di intonaco si procede all’integrazione mediante rappezzo di intonaco.
Avviene la pulitura del sottofondo con getti moderati di aria compressa al fine di eliminare ogni residuo di polvere, dopodiché viene utilizzato un intonaco traspirante a base di calce.

In corrispondenza delle zone di distacco il consolidamento avviene, previo lavaggio e pulitura delle parti da consolidare, con iniezioni di apposito formulato a base di calce idraulica naturale.

Sulle superfici intonacate interessate da fenomeni di degrado si esegue in primis la spicconatura delle zone pericolanti, si prepara poi il sottofondo con semplice raschiatura, rasatura e carteggiatura. Infine si esegue la tinteggiatura con una pittura a base di calce.

Interventi per tipo di degrado
Rigonfiamento. Rimozione completa dello strato superficiale di intonaco non aderente al supporto. Pulizia del sottofondo. Ripristino della superficie e impiego di intonaco deumidificante
Alterazione cromatica Cauta rimozione di eventuali strati di tinteggiatura degradati ponendo attenzione a non intaccare il supporto. Pulitura meccanica a secco mediante l’ausilio di spazzole e getti di aria compressa a bassa pressione. Ripristino e preparazione del sottofondo. Tinteggiatura.
Distacco. Pulitura interna con getti moderati di aria compressa al fine di eliminare ogni residuo di polvere. Iniezione a base di calce idraulica naturale
Esfoliazione. Rimozione delle parti e pulizia del supporto. Applicazione di intonaco deumidificante.
Fessurazioni Pulitura. meccanica al fine di eliminare dalle fessure le parti degradate, lavaggio della fessura con aria compressa,iniezioni con malta eco-compatibile
Macchia. Applicazione di un intonaco deumidificante

Superfici stuccate

Tutte le decorazioni sia interne sia esterne sono realizzate in stucco. Dopo una leggera pulitura meccanica con pennelli morbidi per la rimozione dei depositi incoerenti, si passa al pre-consolidamento con impregnazione di resina consolidante acril-siliconica, per mezzo di pennelli, con l’interposizione di garza di cotone.

Le integrazioni avvengono con la ricostruzione delle parti mancanti: capitelli e modanature vengono ricostruite con l’inserimento prima di armature di sostegno, al fine di evitare la deformazione dell’integrazione,un’armatura con rete metallica elettrosaldata, dopodiché avviene l’applicazione dell’impasto e viene modellato. Alcune cornici sulla volta della navata centrale risultano distaccate dalla muratura e l’intervento di consolidamento sarà definito in corso d’opera a seconda delle differenti situazioni di distacco.
Il timpano superiore della facciata principale viene impermeabilizzato con manto costituito da due membrane di spessore quattro mm di cui la seconda con rivestimento in ardesia.

La pietra
La pulitura del basamento in pietra, interessato da diffuso attacco biologico, consiste nell’asportazione meccanica mediante leggera spazzolatura, applicazione di biocida ad azione meccanica con bisturi e rimozione di eventuali residui con l’applicazione di piccola quantità di acqua ossigenata.

Il marmo
La pulitura delle superfici in marmo- pavimento e altari delle cappelle laterali- avviene mediante l’uso di spazzole e pennelli morbidi, che permettono di rimuovere depositi superficiali incoerenti; dopodiché si esegue la lucidatura e protezione con una cera microcristallina.

Elementi Metallici
Su tutte le superfici metalliche – finestre in corrispondenza delle cappelle, finestre della cupola centrale, finestre laterali, finestra in facciata – si applica uno strato di vernice antiruggine di fondo eseguita a pennello; infine per avere un lavoro finito a regola d’arte si passa una vernice in colori chiari e uno smalto oleosintetico opaco.

Portone in legno
Il portone di ingresso, completamente in legno, viene recuperato attraverso le seguenti lavorazioni: Smontaggio della ferramenta e serramenta, scartavetratura delle pitture, stuccaggio di piccole lacune con stucco di polvere di legno della stessa essenza dell’esistente; sverniciatura delle parti metalliche, leggera spazzolatura, trattamento con convertitore di ruggine; rimontaggio delle ferramenta e serramenta; rimontaggio in opera dell’infisso.

Intonaci deumidificanti
L’intonaco macroporoso, ad elevata porosità, è caratterizzato da macropori comunicanti tra loro, in grado di aumentare notevolmente la velocità di evaporazione dell’acqua presente nella muratura. Questi intonaci detti da risanamento o deumidificatori, sono dotati di potere idrorepellente, quindi anche in caso di pioggia battente assorbono una limitata quantità d’acqua e, grazie alla struttura macroporosa rendono molto più veloce lo smaltimento dell’umidità di impregnazione che viene eliminata gradatamente sotto forma di vapore. L’applicazione deve essere sempre preceduta da una perfetta preparazione del supporto, con il distacco di tutto il vecchio intonaco alterato. Lo strato macroporoso viene steso manualmente e lo spessore di applicazione non deve essere inferiore a 2 cm. L’intonaco viene posato in maniera continua e solo in prossimità del piano di campagna viene interrotto a pochi centimetri al di sopra del terreno per evitare l’assorbimento diretto di umidità. La lisciatura della superficie è eseguita con una staggia metallica fatta scorrere lungo le guide oppure con il frattazzo. Infine si esegue la tinteggiatura con pittura a base di calce , con rullo e/o pennello su tutte le superfici intonacate.

Dettagli progetto

DATA

2017

COMMITTENTE

Parrocchia SS. Annunziata

 

Categoria

Pubblico

 

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